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NEWS AMBIENTALI

19 Giugno 2010 - Tecnologia verde per le navi Messina
È stato assegnato il primo ordine commerciale per una tecnologia in grado di soddisfare le nuove regolamentazioni dell'Unione Europea sulle emissioni di gas di scarico nel trasporto marittimo, senza imporre agli armatori l'utilizzo di combustibile distillato (gasolio) dal costo molto elevato.
L'armatore Ignazio Messina & C. ha prescelto i sistemi di lavaggio scrubber ad acqua di mare Hamworthy Krystallon, in modo che le quattro nuove navi ro-ro da 45 mila tonnellate di portata lorda, utilizzando olio combustibile, possano soddisfare le regole che richiedono che le emissioni di ossidi di zolfo (SOx) siano equivalenti all'utilizzo di un combustibile con un tenore di zolfo pari ad appena lo 0,1 per cento.
Le navi, in costruzione presso i cantieri Daewoo Shipbuilding and Marine Engineering in Corea del Sud, saranno disponibili per la navigazione in tutto il mondo, sebbene la loro area di operazione principale sarà il mar Mediterraneo.
La direttiva dell'Unione europea Ec 2005/33, introdotta nel gennaio di quest'anno, impone un limite alle emissioni di SOx delle navi ormeggiate presso i porti dell'Ue equivalente all'utilizzo di un combustibile allo 0,1 per cento di zolfo.
Questo livello di emissioni può essere raggiunto passando all'utilizzo di un combustibile a basso contenuto di zolfo (Mgo) oppure installando dei sistemi di abbattimento delle emissioni. "Queste navi verranno costruite avendo in mente gli standard ambientali più rigorosi - dice Enrico Allieri, direttore tecnico della Ignazio Messina. - Questo è dimostrato dal fatto che sono le prime navi di questo tipo che saranno dotate della notazione Rina Green Plus. L'installazione degli scrubber di lavaggio dei fumi di scarico per abbattere le emissioni è fondamentale per il raggiungimento dei nostri obiettivi ambientali complessivi. In più è un investimento da cui ci aspettiamo nel tempo un significativo ritorno economico".
Shippingonline.it


26 Aprile 2010 - I "fantastici 4" asiatici più ecologici
Al fine di rafforzare ulteriormente la partnership stipulata pochi anni fa e mirando a confermare la direzione di sviluppo futuro, l'Alleanza CKYH - costituita da COSCO, "K" Line, Yang Ming e Hanjin Shipping - ha annunciato il cambio di denominazione in 'CKYH - Green Alliance', un nome che incarna la sua forte determinazione per la tutela ambientale.
È stato questo uno dei risultati principali del vertice annuale fra i quattro big asiatici tenutosi a Zhenjiang in Cina. La nuova etichetta implica da parte dei global carrier uno sforzo collettivo di attuazione di un 'armamento ecologico' al fine di adempiere le loro responsabilità corporate nei confronti dei cittadini. "Tutti i membri dell'Alleanza dovranno adottare ulteriori misure, quali una propulsione ecologica, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni" affermano i quattro vettori in un comunicato ufficiale congiunto.
Ship2Shore

21 Aprile 2010 - I danni del biodiesel in una ricerca UE
Dovevano essere il futuro pulito dei carburanti e invece i biocombustibili, come il biodisel ottenuto dalla soia, potrebbero rivelarsi addirittura dannosi per l'ambiente. A svelarlo una ricerca commissionata dall'Unione Europea che ha evidenziato come anche il biodisel possa emettere, indirettamente, concentrazioni di gas serra anche quattro volte superiori rispetto a quelle generate da petrolio e gas. Una notizia poco rassicurante per il futuro dell'Unione Europea che punta, entro il 2020, a raggiungere la soglia del 10% di carburanti ottenuti da fonti rinnovabili per il trasporto su gomma. Attualmente sono quattro le ricerche che stanno studiando il possibile impatto ambientale dei biocarburanti, e alcune si stanno concentrando, in particolare, sulle conseguenze dell'aumento dei prezzi e della domanda delle materie prime usate per produrli.
Il documento dell'Ue è stato però, al centro di un piccolo giallo. La relazione, infatti, faceva parte di un allegato ad un rapporto dello scorso dicembre, che era stato successivamente cancellato. A dare la notizia dei dati allarmanti sulle possibili ripercussioni ambientali dei biocombustibili era stata l'agenzia Reuters che aveva chiesto e ottenuto una copia dell'allegato, invocando il diritto-dovere di informare i cittadini sulle notizie in esso contenute. Il documento ora è stato ufficialmente reso pubblico anche se l'esecutivo Ue ha voluto chiarire che l'allegato originale non era stato cancellato per occultare le prove dei risultati a cui erano giunti gli scienziati ma solo per consentire delle analisi più dettagliate prima della pubblicazione finale.
Rinnovabili.it

15 Aprile 2010 - Parte il catamarano solare - Farà il giro del mondo in 120 giorni alla velocità di 8 nodi
Un viaggio intorno al mondo guidati dal sole. E' quello che sta per fare un catamarano, interamente ricoperto di pannelli solari. Emissioni totalmente annullate. A spingerlo non saranno le vele, non l'energia del vento, dunque, ma appunto quella del sole.
I pannelli solari che lo ricoprono occupano una superficie di 500 metri quadrati. L'imbarcazione, battezzata "PlanetSolar", è lunga 31 metri, larga 15 e alta 7 metri e mezzo.
Per il 2011 si prevede un giro del mondo con scali lungo l'equatore, dove l'avveniristico mezzo marino potrà fare "rifornimento", dal momento che lì il sole batte più forte. Il tour durerà 120 giorni per più di 40.000 chilometri lineari, con una velocità stimata attorno agli otto nodi. Non saranno gli ottanta giorni del noto romanzo di Jules Verne ma la sfida è comunque affascinante.
Due saranno gli skipper a bordo. Il primo, svizzero, Raphael Domjan, è anche il fondatore di PlanetSolar, mentre il secondo, francese, è Gerard d'Aboville, nome che non ha bisogno di presentazione per chi segue la cronaca marittima.
Il catamarano solare è stato costruito nei cantieri di Kiev. La linea del mezzo è aerodinamica e assolutamente affascinante. Una sbirciatina, per i più curiosi, è possibile sul sito del progetto, www.planetsolar.org, in cui possono essere trovate tutte le altre informazioni aggiuntive sull'iniziativa e sul catamarano stesso.
Avvisatore Marittimo della Sicilia


29 Marzo 2010 - Dal 2012 carburante verde per le navi negli USA
Un'agenzia delle Nazioni Unite che detti regole sull'inquinamento delle navi che fanno rotta al largo delle coste di Stati Uniti e Canada. La decisione è stata presa dall'International Maritime Organization di Londra, e stabilisce un'area di controllo per le tutte le navi giramondo, comprese cisterne, mercantili e unità da crociera: l'obiettivo è far usare, entro le 200 miglia dalla costa, carburante più leggero.
La norma, che è stata proposta da Canada e Stati Uniti due anni fa, sarà in vigore da agosto 2012. Sarà estesa anche alle Hawaii e ad alcuni territori insulari della Francia. Questo perché oggi sono molte le navi che arrivano sulla costa nord-americana utilizzando carburanti con alti livelli di zolfo.
L'agenzia di Protezione ambientale americana porterà le navi a usare un carburante più raffinato, ma anche più costoso, che porterà a ridurre le emissioni di zolfo del 98 per cento. Il comitato per l'Aria della California stima che queste migliorie costeranno agli armatori 30 mila dollari in più per ogni toccata nei porti dello Stato americano.
Shippingonline

29 Marzo 2010 - Nulla di fatto per i limiti alla CO2
In materia di cambiamento climatico i negoziati sembrano aver registrato un nulla di fatto: le nuove navi non dovranno, almeno per il momento, rispettare norme troppo rigide.
In attesa della sessione dell'IMO (International Maritime Organisation) il MEPC (Marine Environment Protection Committee) ha esaminato la proposta di Giappone, Norvegia e Stati Uniti volta all'incremento dell'adozione di tecniche e misure per la riduzione delle emissioni di CO2 prodotta dalle navi, che non rientrano negli obblighi contenuti dal Protocollo di Kyoto.
Le proposte includono il Piano per l'Efficienza energetica e cercano di supportare anche gli addetti nella valutazione dei nuovi criteri per la costruzione delle imbarcazioni nonché gli standard di consumo di carburanti per le imbarcazioni esistenti e per quelle che verranno costruite.
Alla fine delle consultazioni i delegati hanno però riconosciuto la necessità di nuove sedute per il completamento delle proposte definendole ancora non complete, come ha dichiarato John Aitken, segretario generale della lobby industriale Shipping Emissions Abatement and Trading (SEAaT) che sta lavorando per persuadere all'adozione di norme anti-CO2 nel settore navale, attualmente responsabile del 3% delle emissioni globali di anidride carbonica.
Rinnovabili.it

9 Marzo 2010 - Un aquilone farà risparmiare combustibile ad un peschereccio
Il Maartje Theadora non è solo un battello, è la nave da pesca più grande che la Germania abbia mai posseduto: 140 metri di lunghezza per 15.000 tonnellate pronte a salpare questa settimana da un porto nei Paesi Bassi alla volta del Sud America. Per questo gigante tedesco c'è in riserbo un primato mondiale, essere il primo peschereccio ad essere trainato da un aquilone come modalità di supporto al tradizionale motore.
La vela, 60 metri quadrati allacciati ad una corda di 300 metri, è stata prodotta dalla compatriota SkySails che prevede che l'impiego del sistema di trazione sfruttando gli alisei possa ridurre il consumo di carburante fino al 30%.
In realtà per questa fase pilota si parla solo di un meno 10%, ma come spiega Diederik Parlevliet, capo della società Parlevliet & Van der Plas la società che gestisce l'imbarcazione, "la vera sfida per noi è quella di vedere come funziona durante la pesca a strascico, perché allora la nave non si muove seguendo una traiettoria lineare, bensì rotatoria". Già impiegato con successo in navi da carico, il sistema ha, infatti, ora il suo debutto su un peschereccio. Le navi da pesca sono responsabili dell'1% del consumo mondiale di petrolio, ma la soluzione studiata da SkySails potrebbe ridurre la percentuale di oltre il 30%.
Il progetto è finanziato dal Fondo europeo della pesca e dal Lander tedesco di Meclemburgo-Pomerania Anteriore per un totale di 780.000 euro. L'aquilone, che può essere utilizzato con una velocità del vento di 18 nodi, consente di aggiungere 1.000 kW di potenza agli 8.000 del motore.
Rinnovabili.it

19 Febbraio 2010 - la Maersk taglia le emissioni
La compagnia navale danese Maersk è riuscita a ridurre il consumo di carburante del 30%, con una equivalente riduzione delle emissioni dannose, semplicemente moderando la velocità di crociera della flotta.
Diminuire l'andatura per ridurre le emissioni è un metodo anche economico di rispettare l'ambiente visto che il beneficio deriva dalla riduzione della resistenza e dell'attrito della chiglia della nave con l'acqua. A dichiararlo il direttore del settore sostenibilità ambientale dell'azienda, Soren Stig.
Se anche il comparto aereo riducesse leggermente la velocità di viaggio, il beneficio sarebbe immediato con un aumento della durata di percorrenza stimato in soli 5-10 minuti.
E la riduzione della velocità come strategia a vantaggio dell'ambiente potrebbe interessare anche il trasporto su gomma: secondo le stime dell'International Energy Agency guidando a 55 piuttosto che a 65 miglia orarie si potrebbero tagliare le emissioni di diossido di carbonio rilasciate dalle automobili americane di circa il 20%; un beneficio notevole in termini di qualità dell'aria senza bisogno di mettere mano al portafogli.
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25 Gennaio 2010 - L'IMO propone la tassa per le navi inquinanti
L'IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) ha proposto l'introduzione di regole che andranno a migliorare le prestazioni e le emissioni di CO2 delle flotte, nonché di una tassa di 30 dollari per tonnellata di carburante utilizzato dalle petroliere e dalle navi container, denominando l'operazione Vessel Efficiency System (VES).
Formulata dal World Shipping Council e dai suoi membri, la proposta contiene anche nuove normative relative alla progettazione delle nuove imbarcazioni per meglio contribuire al raggiungimento degli standard di rendimento meno inquinanti, proprio come si sta facendo nel settore auto.
Secondo quanto elencato nella proposta le navi attualmente in uso che rispettano gli standard non saranno ulteriormente tassate mentre le unità inquinanti saranno soggette al pagamento di una quota in base ai consumi effettivi di carburante e di conseguenza alle emissioni di CO2 che andrebbero a diminuire, secondo le stime, del 15% entro il 2020.
Il World Shipping Council ha dichiarato di credere molto nella VES e soprattutto nella possibilità che l'IMO riesca a sviluppare un sistema normativo in grado di migliorare l'efficienza della flotta mondiale mirando alla riduzione delle emissioni di inquinanti al fine di proteggere l'ambiente.
La grande novità starà nel fatto che le entrate derivanti dalla nuova tassa potranno essere utilizzate come sussidio ai Paesi in via di Sviluppo oltre che come fondo per la lotta al cambiamento climatico anche mediante l'implemento dell'utilizzo di fonti rinnovabili per la generazione di energia pulita.
Durante la conferenza dell'IMO, in programma per il mese di marzo, i partecipanti decideranno sul da farsi cercando di stabilire le misure da adottare per la salvaguardia dell'ambiente.
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